| Geografia |
La Baronia di Nassel si estende tra le pianure fertili del Grande Fiume e le colline di Casalium, un territorio modellato da secoli di agricoltura, commercio e guerra.
Il cuore della regione è attraversato dal Fiume Lungo, arteria vitale per i trasporti e l’irrigazione delle terre coltivate. Numerosi affluenti e canali solcano i campi, alimentando le risaie che si estendono tra Nassel e Verkel.
Nassel, capitale della Baronia e centro della Signoria omonima, sorge in una posizione strategica, crocevia di commerci e punto di difesa del confine. Costruita attorno alla cittadella di Anotor, grande fortezza con pianta a forma di stella, è nota per le sue solide mura e per il suo fiorente mercato fluviale.
Le strade della Signoria di Nassel collegano la Baronia alle zone costiere a sud, alle montagne a ovest e alle Baronie della Pianura del Fiume Lungo a est, rendendola un punto nevralgico per scambi e commerci.
La terra è generosa, e la popolazione, pur temprata da secoli di conflitti, è legata alle sue radici contadine. Riso, grano e viti sono le ricchezze di Nassel, i cui abitanti coltivano la terra con lo stesso orgoglio con cui un tempo hanno impugnato la spada.
Più a nord, la signoria di Casalium è il centro militare della regione, con la vecchia sede della Nobile Gilda degli Armorieri che oggi funge da caserma per la guardia baronale e punto strategico per gli Eserciti Ducali ed Elaviani.
Il territorio collinare di questa regione ospita vigneti, boschi e piccole comunità rurali, da cui provengono alcuni dei vini più apprezzati del Ducato.
Oggi, Nassel è una terra dove la memoria delle battaglie convive con il desiderio di pace. Tra le risaie, le vigne e i campi dorati dal sole, il popolo di Nassel ha trovato il proprio equilibrio: un luogo dove la guerra ha lasciato cicatrici, ma non ha piegato lo spirito. |
| Storia |
In origine, le terre di Nassel erano una distesa di villaggi rurali, senza un governo centrale. Le comunità vivevano isolate, governate da clan familiari, e solo occasionalmente il brigantaggio rompeva la loro sonnolenta pace.
Nel 160 P.B., un’armata dell’esercito Shuel giunse da sud, avanzando senza trovare resistenza. Senza un esercito organizzato, senza mura dietro cui rifugiarsi, gli abitanti di Nassel sembravano condannati. Le richieste di aiuto erano state inviate ovunque, ma nessuna risposta era giunta. Poi, quando tutto sembrava perduto, il suono dei corni ruppe il silenzio dell’alba.
Un esercito di nani e uomini, guidato dal generale Nassel Appiano, piombò sui ranghi degli Shuel con una furia devastante. L’attacco fu rapido, letale. Gli invasori, colti di sorpresa, furono travolti e respinti. La guerra si allontanò da Rocciapiè per altri tre anni.
Acclamato come salvatore, Nassel Appiano divenne Barone per volontà della popolazione e giurò fedeltà al Re di Turrito. Ma il suo sguardo era già rivolto al futuro: gli Shuel sarebbero tornati.
Con l’aiuto dei nani di Rocciapiè, in due anni sorsero la cittadella di Nassel, con al centro l’imponente fortezza di Anotor, e una rete di torri d’avvistamento lungo il confine orientale. Ma la difesa più preziosa era il popolo stesso: sotto la guida di Appiano, contadini e artigiani divennero soldati, addestrati con disciplina e armati con il miglior acciaio nanico.
Nel 163 P.B., gli Shuel tornarono. Ma di fronte a loro non c’era più un popolo indifeso. L’esercito di Nassel non solo resisteva, ma prevedeva ogni loro mossa. Appiano sfruttò il terreno, le risorse, le alleanze con i nani. Ogni assalto veniva respinto, ogni stratagemma nemico si infrangeva contro le difese della Baronia. Nassel non cadde. Anzi, divenne il baluardo di tutta la regione.
Nel 204 P.B., gli Shuel spostarono il conflitto altrove. Nassel poté finalmente respirare e iniziare a ricostruire. Ma la pace durò poco.
Nel 242 P.B., la guerra chiamò di nuovo. Nassel Appiano, ormai anziano ma ancora brillante, guidò personalmente le truppe di Rocciapiè nella Guerra degli Scacchi in aiuto degli elfi. Al termine del conflitto, nel 255 P.B., non fece ritorno. Di lui si persero le tracce, ma le leggende narrano che vegli ancora sulle terre che aveva salvato.
A succedergli fu il nipote Lucius Appiano, che diede a Nassel un nuovo volto. Ordinò la costruzione di strade, migliorò gli insediamenti cresciuti all’ombra della cittadella e fece prosperare i commerci. La Baronia fiorì, superando Verkel per importanza e guadagnandosi la fama di terra ricca e pacifica. La dinastia Appiano governò con saggezza per secoli, facendo di Nassel una delle perle della Pianura del Fiume Lungo.
Nell’888 P.B., l’Impero Teutonico invase il Ducato. Il Barone Saverio Appiano, come il suo illustre antenato, inviò richieste d’aiuto. Solo Iza e Verkel risposero. Con meno della metà delle truppe che si attendeva, Saverio avrebbe potuto ritirarsi dietro il sistema di fortezze costruito nei secoli.
Ma non lo fece.
Abbandonare gli eserciti di Iza e Verkel avrebbe significato condannarli. Così prese la sua decisione: affrontare i Teutoni in campo aperto nella tristemente nota “Battaglia delle Risaie”, tra le distese d’acqua e fango delle pianure inondate di Verkel, dove i difensori tentarono di respingere le truppe Cobra, che si tinsero del sangue dei difensori. I Teutoni, disciplinati e implacabili, spezzarono le linee elaviane con una marcia inesorabile. Gli ufficiali vennero catturati e giustiziati, le difese crollarono, le bandiere vennero strappate al vento. Quel giorno segnò la fine delle baronie della Pianura del Fiume Lungo.
Nassel cadde.
L’Impero Teutonico impose il suo dominio sulla Baronia, ponendola sotto il controllo di un governatore straniero. Gli Appiano furono dispersi. Ma il popolo non dimenticava.
Per oltre due secoli, Nassel visse sotto il giogo straniero, spesso governata da crudeli comandanti militari.
Ma la storia di Nassel non era finita.
Nell’estate del 1100, il fuoco della rivolta divampò. Felix Appiano, legittimo erede della casata, guidò un’insurrezione popolare che spazzò via l’occupazione teutonica. La Baronia tornò a far parte dell’Elavia liberata.
Nel periodo della Sfida per il Trono Nassel si legò al Granducato della Rocca e qualche anno dopo fu annessa al Granducato Palatino su richiesta dello stesso Felix Appiano, fedele amico del Granduca Benedict.
In questo periodo, la Baronia divenne un centro di studi militari grazie alla Nobile Gilda degli Armorieri, alla quale venne donata una sede nella signoria di Casalium sotto la guida del leggendario condottiero Ludwig “Trakahan” di Teutonia.
Oggi, Nassel rimane una terra fiera, forgiata nel fuoco della guerra e temprata dalla volontà del suo popolo. Le sue mura e le sue tradizioni raccontano una storia di resistenza, sacrificio e rinascita. Al tempo stesso, Nassel è oggi una terra bucolica e amante della pace, dove il popolo lavora la terra con orgoglio, pago delle ricchezze che essa dona. |
| Altre informazioni |
Capitale: Nassel
Popolazione: 91.481 abitanti (85% umani, 10% umani, 5% altro)
Estensione: 3.559 Km quadrati
“…le disperse genti tremarono nel vedere le nere armate del Sud giungere a loro, recando morte e devastazione. Eppure ancora quella terra non era data alla morte e nell’ora più cupa essi furono salvati, il suono di mille corni giunse in loro aiuto e l’acciaio splendente al tempo dell’aurora scacciò il Male. E davanti a tutti ecco ergersi alto e fiero un uomo, Nassel Appiano, il nostro benemerito fondatore.”
Quasi tutti i bambini di Nassel conoscono la leggenda di come questa Baronia venne riunificata.
Durante i terribili anni dell’invasione Shuel sembrava chiaro che le divise e semplici comunità rurali che si trovavano sul territorio di Nassel non avrebbero potuto fare nulla per fermare la tetra marea. Ogni richiesta di aiuto ai vicini non aveva ricevuto risposta e la popolazione si stava apprestando a sottomettersi all’orrendo dominio del popolo invasore.
Quando infine una delle armate Shuel mise piede in queste terre avvenne però ciò che nessuno si era aspettato. Un grande esercito di nani e di uomini giunti da Rocciapiè arrivò di notte e all'alba ingaggiò battaglia nei pressi del fiume Araton; a guidare un uomo che le genti del posto avrebbero più dimenticato: Nassel Appiano.
La battaglia infuriò per tutta la giornata ma alla fine la vittoria arrise alle schiere di Rocciapiè.
Ben consci che la minaccia non era certo cessata le genti della Baronia chiesero al generale vincitore di rimanere a proteggerli. Egli acconsentì e fece erigere nel luogo della battaglia una imponente fortezza intorno a cui si sarebbe in seguito sviluppata la città di Nassel, chiamata così in onore del salvatore di quelle terre. |