| Geografia | La provincia di Montelubiano è un territorio dominato dalla maestosità della Corona d’Elavia, che ne modella il paesaggio con le sue pareti verticali e i profili frastagliati. Qui, le montagne non sono semplici alture, ma cattedrali di roccia che si innalzano verso il cielo, scolpite dal tempo e dalla geologia in forme uniche, tanto che al tramonto si tingono di rosso fuoco per effetto dell’ardelume, quel fenomeno cromatico che rende la Corona d’Elavia uno spettacolo unico al mondo. Nel cuore della provincia scorre il Silvella, fiume che, con il suo corso impetuoso, ha scavato la grande Val Montelubiana, la pianura sospesa tra le cime e le colline pedemontane. All’ingresso sud di questa valle, su uno sperone di roccia a dominare il letto del fiume, sorge l’omonimo capoluogo. La provincia è un intreccio di vallate più piccole, ognuna con una sua identità e un suo carattere. La Val Grivana, stretta e ombrosa, è incorniciata dai giganti del Monte Strigido e del Pendio del Falco. La Valle di Norza, invece, si apre luminosa verso Montelesto, l’elegante regina della Corona d’Elavia, racchiusa tra il Cristavento, le Tre Cime del Sole e le Torri di Alcarna. A sud, la montagna si addolcisce, degradando verso la pianura con rilievi meno impervi, ma comunque imponenti, come il Monte Fioralto. Qui, tra boschi e altipiani, il paesaggio si fa più mite, e la presenza del Lago di Breva spezza l’orizzonte con il suo specchio d’acqua limpida. Più a nord, le acque si fanno più selvagge e i laghi più aspri, spesso incastonati tra pareti di roccia e circondati da foreste fitte. Il Lago di Alverio, nato da una frana che sbarrò il corso del torrente Varessa, si riflette nelle guglie montuose come un occhio di smeraldo incastonato tra le vette. Lo stesso Varessa scorre poi impetuoso verso sud, attraversando la regione di Erverna e alimentando i torrenti che modellano le valli secondarie. E poi c’è la natura incontaminata della Corona d’Elavia, una terra di valloni selvaggi e picchi inaccessibili, dove il tempo sembra essersi fermato. Qui, lontano dai centri abitati, la montagna si mostra nella sua essenza più primordiale: boschi di faggi e abeti si alternano a praterie montane punteggiate di fiori rari, mentre cervi e aquile sorvegliano dall’alto questo regno di silenzi. Montelubiano è una terra di contrasti, dove il paesaggio cambia a ogni svolta del cammino, passando dalle pareti della Corona d’Elavia alle dolci colline, dalle vallate ombrose ai laghi scintillanti. È un territorio modellato dall’acqua e dalla roccia, dal vento e dalla storia.
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| Araldica | partito, nel primo d´argento alla rupe di nero, nel secondo di nero alla rupe d´argento. |
| Storia | La storia della baronia di Montelubiano è persa nel tempo. Il territorio e le piccole valli isolate hanno permesso la creazione di piccoli borghi autosufficienti, raramente in contatto tra loro. Solo con la prima espansione dei territori dei Nani di Oskerrad, nel terzo secolo d.b., si cominciò la costruzione di un vero e proprio borgo. I nani raggiunsero l’estremità sud della Val Montelubiana e su di uno sperone di roccia che domina l’ansa del fiume Silvella posero la prima pietra dell’odierna Montelubiano. La natura dell’avamposto fu evidente poco dopo la sua fondazione. Il borgo è posto all’incrocio della direttrice nord-sud, che dall’Austeria porta a Rivoalto, e la lunga strada che collega Tergetz, Drennok e il Nalim. Per questo motivo e grazie alla lungimiranza dei Nani di Forteroccia, Montelubiano perse quasi subito la sua caratteristica difensiva e crebbe come snodo mercantile, sinodo di razze e culture diverse. La città crebbe per vari secoli, attirando a sé mercanti da tutti i paesi elempiani. Molti di essi decisero di stabilirsi definitivamente in città per via della ricchezza e della bellezza del territorio circostante. Infatti, durante il governo dei Nani di Forteroccia, si scoprì che le montagne erano ricche di materiali da estrarre: ferro, argento e anche Azul-Krunk. Inoltre i boschi e la valle erano fertili terreni di caccia, adeguati al sostentamento della baronia. Nel nono secolo, con l’avanzata delle Vipere, tutto questo fu messo a rischio. Le truppe teutoni prima annettero l’Austeria come nuova provincia, poi invasero Elavia e conquistarono il Nalim. Nel frattempo, le truppe di pelleverde da Drennok pressavano sul confine orientale. I Nani di Forteroccia si rifugiarono a Neboz, ultimo baluardo del loro regno, per resistere all’assalto che le Schlagen stavano portando da tre fronti. Montelubiano fu lasciata a sé stessa e forse questo fu un bene per la città: grazie ad una mediazione con i Vez, Montelubiano permise alle truppe di Drennok di attraversare il loro territorio per raggiungere Neboz, senza assaltare la città. Di contro, Montelubiano sarebbe stata annessa al Ducato di Vez, come protettorato con regole speciali. Il Ducato stesso dovette pagare lo scotto dell’invasione, con pesanti balzelli all’Impero Teutone. Ma questo non precluse al Ducato tutto, Montelubiano compresa, di continuare a prosperare. L’odierna Montelubiano è lo specchio del suo passato. Una volta varcate le sue porte, il viandante potrà ammirare un centro di multiculturalità unico nel suo genere: infatti è una delle poche città di Elavia in cui è possibile vedere girare liberamente Dalmariani e Orchi, Elfi e Nani che condividono un tavolo alle numerose taverne e Lubian che gestiscono ricche botteghe. Montelubiano è anche sede di uno dei più rinomati tornei di Jaggerball di tutta Elempos e la sua squadra, composta da grandi campioni, è una delle più vincenti di sempre. |
| Altre informazioni | Capitale: Montelubiano |
| Governatore | Baratheon |