Location: Convento dell'Incontro
Date: 17/10/2025 - 19/10/2025
Chiusura Iscrizioni: 02/10/2025
Regista: Gabriele Macucci
Viceregista: Raffaele Palomba
Udite! Udite!
Oggi XXVI del SERPENTE 1125, si rende NOTO che
Il regno di Rocciapiè, per volontà del suo popolo tuttO
ENTRA UFFICIALMENTE A FAR PARTE DI Elavia
In virtù di questo:
ELAVIA istituisce il Ducato di Rocciapiè
Duca di Rocciapiè È RICONOSCIUTO Kharzam Zirak-Imbar del clan Zirak-Imbar
Possa quest'unione rafforzare il bianco cavallo e far si che nessun ostacolo si frapponga alla sua corsa
È mattina nel quasi Ducato di Rocciapiè.
Mentre i preparativi dei festeggiamenti per l'unione con Elavia si apprestano a concludersi, anche il boia, nascosto dietro l'anonimo cappuccio nero, prepara la sua ascia.
Non vuole sbavature, non vuole imperfezioni nel suo lavoro. La controlla con la perizia di un fabbro che ha appena finito di forgiare la sua lama.
Tanto più oggi, non devono esserci intoppi. Oggi deve uccidere Ingvar Kommen.
Fa un cenno alle guardie, e queste si dirigono verso le celle. Devono portare Kommen al cospetto del nuovo Duca e di quanti assisteranno alla pena, ma prima gli sarà concesso di scrivere le sue memorie, se vorrà.
Un anziano nano, uno scriba, viene chiamato appositamente.
Le guardie arrivano alla cella, aprendone con fatica il pesante e cigolante portone.
Quel che i loro occhi vedono ha dell'insensato:
"È...fuggito?" Azzarda una
"E da dove? Questa è tutta roccia! E metallo! E lo avrebbero sentito in tutta la prigione se avesse aperto una porta!" Ribatte l'altra.
"N...non c'è fusione, né rotture... è letteralmente"
"Sparito. Ingvar Kommen è svanito come uno spettro!"
"C...chi glielo dice al Kha...al Duca adesso?"
Sono ormai mesi che i giuristi di Rocciapiè stanno ultimando i documenti per formalizzare l'annessione elaviana.
I lavori continuano ininterrottamente da giorni.
"Ovviamente" interviene un anziano giurista dalla barba ingrigita "viene richiesto un seggio all'interno del minor consiglio elaviano per il Kha...Duca, di Rocciapiè"
"E chi dovrebbe essere, eh?"
Un giovane nano, con aria arrogante prende la parola tra i consiglieri
"I miei informatori a Kerak-zan dicono che Ingvar Kommen si sia presentato come Khazad, ma non mi pare che gli sia mai stato riconosciuto ufficialmente questo titolo! Forse il nostro Khazaduzbad ha qualcosa da dirci? Forse è divenuto nostalgico dei tempi oscuri?"
Kharzam Zirak-Imbar si fa avanti. Il volto non è furente ma calmo e pacato
"Sappi" interviene sprezzantemente " caro Erezak, che ho già convocato Ingvar Kommen al mio cospetto. E sappi che altrettanto inaspettatamente per tutti, egli ha accettato di presentarsi senza essere esiliato dall'Austeria o scortato fuori da essa.
Si è detto effettivamente sorpreso della sua convocazione e non ho motivo di dubitarne ad oggi. Sembrava considerarsi davvero Khazad, per acclamazione, dato il riconoscimento delle sue opere ingegneristiche.
Ingvar non è come suo padre. O meglio non era.
Ma non posso lasciare che le sue azioni passini inosservate.
Una crepa, una debolezza prima della stipula di un atto così importante come quello che stiamo per sancire con Elavia, non può essere tollerata.
Soprattutto alla luce di ciò che è emerso dopo.
Sappiate che ho parlato anche con il Khazaduzbad Tuzdar VI Azulkrunk di Austeria. Ed egli mi ha confidato che gli è stato chiesto da Ingvar Kommen di accedere alla forgia per studiarla, in cambio dell'offerta di... qualcosa che non è in potere di Kommen cedere.
Sebbene Tuzdar abbia tenuto in sospeso l'offerta per parlarne con il nostro, allora, regno, ma abbia accettato l'aiuto di Kommen per lo studio della forgia di Kerak-Zan, il fatto che questa gli sia stata posta, non può essere ignorato.
Per quanto possa credere nella sua buona fede, Ingvar Kommen si è spacciato ufficialmente come Khazad, e questo è tradimento.
E sarebbe bastevole per l'incarcerazione a vita, se Tuzdar non fosse più onesto di quanti molti pensano, o forse più scarso in politica di quanto non lo sia sul campo di battaglia.
Ma alla luce delle sue rivelazioni e dopo consulto con i nostri giuristi, l'unica pena possibile per Ingvar Kommen è la morte.
E sarà eseguita domani.
Sappiate che Kommen non si è ribellato a questa decisione, se non ribattendo che finalmente avevamo raggiunto il nostro scopo, ovvero di eliminare i Kommen dalla storia.
Da domani IO sarò Duca di Rocciapiè. Ti basta?"
"E quelli che lo sostengono?"
"Poche decine di stolti. Ce ne occuperemo. TI BASTA?" la voce del nano è pesante come un martello
"Mi basta" risponde l'altro
"E sia. Saremo tutti elaviani da domani. Speriamo che prosegua meglio di come è iniziata"
Il Khazaduzbad entra nelle aule del consiglio dei Thane. Il passo, pesante ma deciso, rivela già che la natura della convocazione è di comunicare, non di domandare.
Al suo seguito, oltre a otto guardie d'onore vi è anche Makarit Kalteschwert, la cui presenza fa sollevare qualche voce interrogativa.
Non c'è stupore però, nascosto sotto le barbe dei nani, quando Tuzdar VI Azulkrunk inizia a parlare:
"Sapete tutti cosa abbiamo trovato nel profondo dello scavo di Kerak-Zan. Sapete anche che la Forgia è una condanna, più che una benedizione. Usarla è un rischio, un rischio enorme. E per quanto mi riguarda va studiata, si, come gli elaviani chiamati da Makarit hanno suggerito. Tuttavia oggi stiamo affrontando un periodo buio. Una minaccia mai vista, neanche ai tempi del caduto: un culto eretico che fa capo a chissà quale entità perversa, minaccia di lasciarci per sempre lontano dai paradisi. Non solo noi! Ma anche le nostre famiglie, i nostri cari, tutti i nani timorati di Vornat!"
Queste sue parole echeggiano nell'aula col fragore di un tuono in piena estate.
"Per come la penso io, non possiamo lasciare che questo culto vinca sulla nostra fede e sulla nostra anima! Non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle sue mistificazioni e dall'alleato militare, l'Egemonia, che lo supporta! Non voglio far si che una tale risorsa vada sprecata in una guerra che i nostri figli, i loro figli e i figli dei figli dei loro figli ricorderanno per sempre!"
Come un ennesimo tuono, la voce di Tuzdar percorre le aule, lasciando tutti interdetti. Persino Makarit, in disparte in un angolo, non riesce a mascherare un velo d'ansia nell'udire queste parole.
"Ma" aggiunge "L'anima non è cosa su cui un Khazaduzbad debba decidere o mettere le mani. Mai potrà e dovrà esserlo e io non voglio farlo. Tutti i sapienti che conosco, eccetto uno, sono al lavoro sul capire come funziona quella forgia. Non chiederò a nessuno di usarla, perché comunque anche il tonante non la approva. E l'anima, come è stato scoperto dagli avventurieri elaviani..."
Un anziano Thane si alza in piedi:
"I nostri martiri hanno scelto di compiere un grande sacrificio, per un bene superiore! Io sento di stregoni ricordati come eroi, eretici ricordati come amici. Rabbrividisco a questa idea. Ma se costoro possono essere ricordati come fossero grandi condottieri, perché non i nostri martiri? Gli elaviani, senza chiedere a nessuno, forse non si sono alleati con mangiatori di anime, eretici e stregoni? E vogliono metter bocca sulle nostre questioni, proprio ora che siamo noi, a dover compiere una decisione?"
Vaghi cori di approvazione si levano dalla sala
Tuzdar VI cerca di intervenire, ma la sua "Calma", proferita con un tono di voce normale, viene soffocata dall'intervento di un altro consigliere:
"Quindi che suggerisci vecchio? Che siccome fuori da Austeria è pieno di pazzi e idioti, il percorso da loro tracciato sia da seguire? Vuoi far la fine della pecora che va dietro alle altre giù dalla rupe?"
Ancora una "Calma" viene pronunciata dal Khazaduzbad, con tono più alto e nuovamente soffocata:
"Io non me ne starò a guardare i miei figli e i miei nipoti lasciati fuori dalle aule del tonante, solo perché a te mancano gli attributi per fare ciò che deve essere fatto!"
Il battibecco si fa più animato:
"Che dici vecchio? Vieni a ripetermelo in faccia e te li faccio assaggiare i miei attributi"
"CALMA!"
Il Khazaduzbad urla così forte che persino Vornat avrebbe sussultato, piantando il suo martello sul seggio di pietra, che esplode in mille frammenti:
"Vedete di cosa parlavo nei giorni addietro? Vedete cosa ci sta facendo questo culto?"
Tuzdar riprende la sua calma:
"Quando ho guidato direttamente l'assalto al loro campo, a Kerak-zan, sapete cosa hanno visto gli elaviani? Povere persone che si arrendevano. Ma non c'erano civili lì, no. C'erano solo soldati inetti, che avrebbero combattuto ancora, che avrebbero ucciso ancora e che hanno avuto il solo difetto, per nostra fortuna, di aver fallito. Potenziali assassini, eretici, troppo deboli per portare a termine le loro opere e la loro volontà di sopraffazione, ma che, se avessero potuto, non avrebbero esitato a farlo. Io sono stato ciò che la mia carica richiede che io sia: giudice supremo ed esecutore della volontà di Austeria. Brucino pure le loro anime in quella dannata fiamma.
Questo culto ci vuole divisi, separati, titubanti della nostra fede e della nostra morale, così da poterci colpire più facilmente.
C'è chi, durante quel'attacco, ha pensato che fosse un massacro. No.
Quelli che abbiamo attaccato non erano poveri inerti, non erano sperduti civili, erano solo soldati. Soldati che rispondevano a un culto eretico di sopraffazione e tirannia, che non accetta trattative o compromessi. Un culto il cui obbiettivo era quello, dichiarato, di convertire l'intera Austeria, con la forza, se necessario. E quelli erano null'altro che invasori, colpevoli dei crimini che vi ho elencato e da me, come tali, giudicati e puniti.
Ma già allora, il seme del dubbio si era insinuato nel cuore della compagine.
Il culto ci vuole divisi. Noi dobbiamo essere uniti.
Quindi queste sono le mie decisioni:
Chi vorrà usarla, potrà usare la forgia, ma solo dopo che i nostri studiosi lo avranno avvertito, chiaramente, dei rischi e delle conseguenze che il suo utilizzo comporta, oltre che della sua storia. Intanto proseguiremo col suo studio.
Nel frattempo, il blocco di Austeria si rafforzerà contro i suoi nemici: tutti gli stati che non hanno apertamente dichiarato eretico questo culto e che non ci aiuteranno a combatterlo, come l'Egemonia, non saranno più i benvenuti entro i nostri confini.
Se proveranno a forzare il blocco, saranno considerati invasori, e la condanna sarà la pena capitale.
Basta trattare con questi eretici, è il momento di far loro ricordare che i nani non si piegano alle macchinazioni dei gambelunghe."
Voci di approvazione si levano da tutti il consiglio.
"Oh, e un'ultima cosa: Makarit Kalteschwert, da oggi, sarà assegnata allo scavo di Kerak-Zan in pianta stabile, come governatrice. Lo scavo esulerà dalle leggi del Niederost e risponderà solo all'autorità del Khazaduzbad, come fosse una regione a sé stante. In virtù di questo, da oggi, il suo titolo sarà quello di Thane di Kerak-Zan. Ci sono contrari?"
Nessuna voce di disapprovazione si leva dai nani presenti, ma uno dei Thane rivela un ampio sorriso di approvazione che solca palesemente il suo volto. È la prima volta che Makarit vede suo padre sorridere così apertamente.
"È tutto"
"Udite le nostre parole, popoli di Elavia.
Ascoltate il cordoglio e l’ira di fratelli e sorelle che si radunano per onorare colei che fu più di un’amica: Zuppa, goblin di cuore, coraggio e onore.
I Bastardi della Lacrima commemoreranno Zuppa alla mezzanotte del diciassettesimo giorno del mese del Serpente, aprendo il loro Cerchio a chiunque voglia porgere omaggio. La cerimonia sarà breve: sigilleremo solennemente lo Stendardo della Lacrima, ascolteremo voci e ricordi, e pronunceremo il nostro voto.
A tutta Elempos dichiariamo questo: non cerchiamo conforto, ma chiediamo giustizia.
Rinnoviamo qui il nostro giuramento di vendetta; non passione vana, ma promessa d’acciaio: coloro che ci hanno tolto Zuppa con l'arma del vigliacco pagheranno il peso dei loro atti. La nostra cerca non conoscerà requie; la loro colpa sarà resa nota, perseguita e mai dimenticata.
Le lacrime verranno dopo la giustizia.
Che ogni colpevole ricordi e tremi nel suo squallido rifugio, che ogni complice trovi la sua ombra tormentata dalla memoria di Zuppa.
La vendetta verrà: i Caduti dei Bastardi della Lacrima non conosceranno oblio finché il castigo non giungerà sulla testa dei rei.
I Bastardi della Lacrima"
Udite, Udite!
Io, Makarit Kalteschwert
in qualità di comandante della spedizione di Kerak-Zan, della regione di Niederost in Austeria
Mi rivolgo a tutte le genti che ancora credono all’unica verità, quella dei Nove
Su ordine di sua grazia eccellentissima
il Kazhaduzbad del Regno di Austeria Tuzdar Azulkrunk, VI del suo nome
Mi sono recata alla ricerca di ciò che il nostro passato potesse nascondere, nella speranza di rinvenire un segreto o un'arma, che potesse aiutarci ad arginare per sempre la minaccia dell’eretico culto della fiamma.
Con orgoglio posso dire che abbiamo trovato qualcosa di straordinario.
Ma ciò che abbiamo rinvenuto non può essere descritto con le semplici parole: sappiate solo che secondo il nostro studioso è semplicemente troppo pericoloso tentare di adoperarlo senza comprenderlo appieno.
Conscia che aprire il nostro confine possa comportare un rischio estremo per il nostro paese, ma pronta a rispondere delle mie azioni a sua grazia eccellentissima stessa e impossibilitata a ignorare le richieste e suppliche dei miei compagni
Chiamo a raccolta, presso lo scavo di Kerak-Zan, tutti i sapienti e i valorosi avventurieri, fedeli dei Nove, che vorranno aiutarci a comprendere appieno quella che, speriamo, sia una nuova e potente arma contro questa eresia dilagante.
L’oro degli stolti che questi eretici ci propongono non alletterà mai gli occhi di un nano, né tantomeno quelli di un fedele dei Nove.
Vi attendo a partire dal diciassettesimo giorno del Serpente
Possa la lama di Vornat mietere i nostri nemici, il suo scudo proteggerci, il suo manto onorarci
Makarit Kalteschwert
Comandante della spedizione di Kerak-Zan
"I nani la sorvegliano, la via è chiusa"
"Se ne vadano agli inferi quei nani! Una via deve esserci! Ti dico che ho visto gente passare, ed erano parecchi più di noi!"
"Forse non le è chiaro, ma se forziamo il confine, i nani prima ci arresteranno e poi ci condanneranno a morte. Sempre che qualcuno non abbia voglia di fare il contrario."
"Non ti pago per pensare e per tremare come una foglia al vento! Ti pago per trovare delle soluzioni! E ti dico che ieri ho visto dei fuochi e della gente passare il confine"
" E io le ripeto che non è possibile. Però..."
"Però?"
"Però ne basterebbe uno...uno solo in effetti..."
"In che senso? Di che parli?"
"Mi serve altro denaro"
"Ah, io non ti pago più!"
"Non per me! Mi serve un ritualista! Per assumerlo!"
"E cosa ci fai con un ritualista?"
"Mi creda che è molto più facile infiltrare un solo uomo che un'intera carovana mercantile"
"Oh! Ooh! Oooooh, ma certo! Toh! Prendi un argento!"
"Tutto insieme?"
" Va bene, va bene, tre argenti! Ma non uno di più! E prendine uno discreto mi raccomando "
"Vedrò che è rimasto in bottega..."
"Si, spiritoso... Ma io non mi faccio scappare l'affare dell'anno per un ritualista boccalarga! Sono dieci anni che commercio in queste terre e non si è mai sentito di tanti scavi nanici tutti assieme. Nani stanchi, nani affaticati... nani che avranno voglia di provare..."
"I grandi piaceri del vino elfico? Di adornarsi le barbe con i suoi anelli decorativi? Di preciso come ha fatto a commerciare qui per tutto questo tempo"
"Perché anche il più rozzo dei nani, ogni tanto, vuole avere stile"
"Stile..."
"Si, stile!"
"Mi incammino"
"Sarà meglio!"

"Toh, mangia! Che qui altrimenti ci congeliamo pure lo stomaco. Foresta maledetta, odio fare i turni di guardia qui! Niente di nuovo all'orizzonte?"
"Macchè, niente. E dire che quei mercenari parlavano di fuochi accesi e gruppi di persone a ovest. Per un attimo ho pensato che ci sarebbe toccato combattere contro quei cultisti, proprio come è successo agli elaviani. Miseria che freddo è sceso"
"Già! Alla fine saranno pure riusciti a scacciarli, ma ci hanno messo dei mesi! E io non ho la minima intenzione di abbandonare casa mia per colpa di eretici stranieri, quindi occhi aperti! Bah, avremmo dovuto fare come i nani: chiudere tutti i confini e via!"
"Tanto non funzionerà...non ancora per molto, almeno..."
"Cioè?"
"Ti ricordi che lavoro facevo, prima di questo?"
"Il topo...e non quello di biblioteca..."
"Già. E ti garantisco che non esiste un muro che non possa essere scavalcato. A prescindere da quanto possa essere alto, liscio e pieno di merletti acuminati, con abbastanza tempo e pazienza puoi scavalcare qualsiasi muro"
"Intendi dire che prima o poi i cultisti arriveranno anche in Austeria? Ma se succedesse, i nani potrebbero sempre rifugiarsi nelle loro città, no? O scavare più in profondità!"
"Allora si che, per restare in tema, farebbero la fine del topo!"
"E allora...cosa dobbiamo aspettarci secondo te? Quando passeranno il loro confine, dico...un'altra guerra?"
"Beh, li conosci quei nani! Credo proprio che con tutte le anime che le manderanno indietro, quella fiamma diventerà un gran bel falò! Ahahah!
"Nani che scavano? Sai che novità...quale sarà il prossimo passo? Elfi che vanno nei boschi? Ho già i brividi...dove andremo a finire di questo passo? Ahahah"
"Ridi, ridi vecchio caprone, ma io faccio affari in Austeria da quando quello sull'insegna sembrava un pasticcio di carne e non il rigurgito del tuo cagnaccio! E ti dico che non ho mai sentito di tanti nani partiti tutti insieme!"
"Lascia stare il mio Arcimago! Che è un bravo cane, obbediente e tranquillo...e in grado di fare grandi magie!"
"Ma mi stai ascoltando? Ti ho detto che se riusciamo a fare un accordo per viveri e rifornimenti con quelle spedizioni, ci ritiriamo tutti e due a Rivoalto a guardare il mare per tutto il giorno...senza far niente...tutto l'anno in braghe di tela"
"Eh, tutto l'anno in braghe di tela...suona bene...ma tu hai contatti da sfruttare?"
"Macché, quelli che ho sono praticamente inutili da quando hanno chiuso i confini. Ma ho sentito dire che i comandanti di queste spedizioni hanno poteri speciali, tipo che possono decidere tutto loro. Sto provando a mandare delle lettere in quelli che credo siano i punti di scavo, magari abbiamo fortuna! Ma mi serve che tu tenga un po' di magazzino!"
"E va bene, va bene! Ma non più di dieci giorni eh! Ma poi che vanno a cercare questi nani?"
"E io che ne so? Oro? Gemme? Il centro di Elem-Iri? Che me ne frega! "
" Mi sembra un po' una mezza follia messa così però, sai? E tu che ne pensi Arcimago?"
"Ma perché quel cane si chiama Arcimago?"
"Te l'ho detto, fa grandi magie! Trasforma sempre la sua pappa in delle enormi, mostruose..."
"Capito, Capito, Capito. Per i Nove non andare avanti"